L’intenzione di questo articolo è condurti in un viaggio profondo attraverso le emozioni umane, esplorando un tema universale: il rifiuto.
Il rifiuto è una delle tante emozioni che fa vivere la disabilità di un figlio, ti invito ad esplorare le principali nel corso in regalo per te oppure leggendo il libro che abbiamo scritto io e Massimo, Pronto? Sono la disabilità, in cui raccontiamo il nostro viaggio dentro alle emozioni. (leggi l’estratto qui)
Ti sei mai chiesto qual’è o quale è stata una delle prime emozioni di fronte a una diagnosi di disabilità di tuo figlio?
Beh, se ti può essere utile saperlo, io e Massimo non ce lo siamo chiesti almeno per i primi sette o otto anni da quando abbiamo ricevuto la diagnosi del disturbo dello spettro autistico di Gabriele.
Non lo abbiamo fatto perchè di fronte alla diagnosi abbiamo subito attivato il Signor Risponditore Automatico (puoi approfondire nel capitolo specifico del libro Pronto? sono la disabilità o nell’articolo dedicato), ossia, in modo del tutto inconsapevole, abbiamo reagito come meglio potevamo.
Non ci siamo permessi si fermarci e di ascoltare in profondità come ben insegna La Via dell’amore (puoi approfondire nel capitolo specifico del libro Pronto? sono la disabilità o nell’articolo dedicato)
Per cui non abbiamo riconosciuto ciò che realmente avveniva dentro di noi, nella nostra parte più inconscia, nella profondità dell’anima.
Solo quando abbiamo aperto gli occhi che guardano dentro attraverso la meditazione, in particolare con gli Omi, One minute immersion (li puoi approfondire nel capitolo due del libro Pronto? sono la disabilità) abbiamo potuto accorgerci che le nostre prime reazioni erano spinte da un grande rifiuto che, sia io che Massimo abbiamo nascosto dietro la grande maschera della finta accettazione.
Infatti davanti ai medici o agli insegnanti che ci comunicavano le difficoltà di Gabriele, noi dicevamo sempre di si. Alla richiesta di andare dalla neuropsichiatra abbiamo subito detto sì, alla consegna delle terapie abbiamo detto di si...insomma sembrava che accettassimo tutto ciò che ci stava arrivando.
Tuttavia le nostre reazioni ci dicevano il contrario, in realtà sotto sotto, la disabilità di Gabriele ci faceva male e volevamo, a tutti i costi, che la situazione cambiasse e che Gabriele guarisse.
Questo ci avrebbe risolto il nostro grande problema!
In fondo abbiamo detto No a Gabriele, alla disabilità e al problema.
Il viaggio che abbiamo fatto nella consapevolezza delle emozioni che ci portava incontro la disabilità (puoi approfondire nel capitolo specifico del libro Pronto? sono la disabilità o nell’articolo dedicato), ci ha permesso di osservare il no, di accoglierlo e di includerlo.
Per divenire consapevoli è fondamentale porsi delle domande, che ora ti porto sotto.
È una reazione naturale quando ci troviamo di fronte a una notizia o a un evento che non vogliamo accettare completamente.
È sicuramente una delle prime emozioni, insieme alla solitudine e alla confusione (puoi approfondire nel capitolo specifico del libro Pronto? sono la disabilità, che abbiamo sperimentato io e Massimo quando abbiamo ricevuto la diagnosi di Gabriele.
La prima domanda che sorge è: come affrontiamo il rifiuto? Ebbene, le nostre reazioni possono variare notevolmente.
Reagire al rifiuto: forzare o resistere?
Ognuno di noi affronta il rifiuto in modo diverso, e questo è un aspetto cruciale del nostro viaggio. Mi chiedo: come ho reagito quando ho ricevuto la notizia? La mia reazione è stata quella di forzare la situazione. Ho cercato in ogni modo di cambiare la diagnosi di Gabriele, ho iniziato a studiare terapie miracolose e ho sviluppato una sorta di ossessione nel trovare una soluzione.
Dall'altra parte, Massimo ha scelto un approccio opposto. Ha resistito in modo passivo, facendo finta che tutto fosse nelle mani di qualcun altro, evitando di affrontare direttamente la situazione. Si è ritirato, delegando la responsabilità a me e ad altri.
Come abbiamo affrontato e trasformato il rifiuto?
Abbiamo scoperto che la meditazione è stata una chiave fondamentale in questo processo. Utilizzando il mantra "omi" (trovi tutti i mantra specifici per ogni emozione nel libro Pronto?sono la disabilità, leggi l’estratto qui) , abbiamo iniziato a pulire le credenze negative che avevamo interiorizzato. Ogni giorno, per almeno un minuto, ripetevamo questo mantra, anche mentre svolgevamo le normali attività quotidiane.
Il nostro viaggio attraverso la meditazione ci ha portato a un cambiamento profondo. Man mano che ripetevamo il mantra, abbiamo sperimentato una trasformazione interiore. Ci siamo aperti e abbiamo iniziato ad accogliere la situazione con il cuore aperto.
Abbiamo lasciato che la paura diminuisse, e al suo posto è emersa la fede. Non una fede religiosa, ma la fiducia che ciò che arriva è la cosa migliore per noi in quel momento. Abbiamo imparato a vedere non solo la manifestazione esterna degli eventi, ma anche la parte invisibile e misteriosa che li accompagna.
Perché la mente reagisce con il rifiuto? La risposta sta nella paura. Quando giudichiamo una situazione come minacciosa o dannosa, la mente crea meccanismi di difesa per proteggerci. Questi meccanismi di difesa possono manifestarsi come rifiuto. La mente teme ciò che non comprende pienamente, e il rifiuto diventa una barriera contro l'ignoto.
La meditazione con il mantra "omi" ci ha aiutato a superare questa paura. Ogni ripetizione del mantra ci ha portato sempre più in profondità, purificando gradualmente le credenze negative che ci facevano respingere l'evento. È stato un processo di pulizia che ci ha condotto a uno spazio vuoto, uno spazio del cuore, uno spazio dell'amore.
In questo spazio vuoto, abbiamo sperimentato una seconda possibilità di scegliere come affrontare la situazione. Abbiamo compreso che l'evento portava con sé un messaggio profondo, un messaggio dell'anima. L'anima desidera sempre la nostra evoluzione, ci spinge verso uno stato di amore incondizionato, gioia e felicità. Quando abbiamo imparato a dire "sì" in modo profondo, aprendoci alla situazione, abbiamo cambiato il nostro stato interiore. E quando il nostro stato interiore cambia, la manifestazione esteriore segue.
La trasformazione che abbiamo sperimentato è stata accompagnata dalla fede. Questa fede non è necessariamente legata a una religione specifica, ma è la fiducia che l'evento che sta accadendo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno in quel momento.
Abbiamo imparato a vedere l'evento nella sua totalità, non solo nella sua manifestazione fisica, ma anche nella sua parte invisibile e sacra. L'evento è composto non solo da ciò che vediamo, ma anche da ciò che non vediamo ma che desidera farsi vedere.
Ogni evento porta con sé un messaggio dell'anima, e spetta a noi scegliere se accoglierlo o respingerlo. L'anima ci guida verso la crescita e l'evoluzione, verso uno stato di amore incondizionato. Quando accogliamo l'evento nella sua totalità, comprendiamo che sta portando con sé un dono, un'opportunità di crescita interiore per scoprire l’ikigai: ciò per cui vale la pena vivere. (puoi approfondire nel capitolo specifico del libro Pronto? sono la disabilità o nell’articolo dedicato)
Il cambiamento interiore è la chiave per influenzare il cambiamento esterno. Quando abbiamo trasformato il nostro atteggiamento dal rifiuto all'accoglienza, all’inclusione, abbiamo notato che la manifestazione esterna ha cominciato a cambiare. Le situazioni che sembravano insormontabili hanno iniziato a risolversi. Questo non significa che tutti i problemi sono scomparsi, ma il nostro modo di affrontarli è diventato più positivo e costruttivo.
In conclusione, il rifiuto è un'emozione umana naturale, ma non dobbiamo permettere che ci trascini nell'oscurità. Possiamo trasformare il rifiuto in apertura e accettazione, permettendo alla nostra evoluzione interiore di prendere il sopravvento. Quando impariamo a dire "sì" in modo profondo, apriremo la porta a una nuova consapevolezza e crescita personale.
Ti invito a riflettere sulle tue reazioni di fronte alle sfide e alle difficoltà. Cosa puoi imparare da esse? Come puoi trasformare il rifiuto in una forza positiva nella tua vita?
Grazie per avermi accompagnato in questo viaggio emozionale. Non dimenticare di seguirci per ulteriori riflessioni e condivisioni sul nostro percorso di crescita. A presto!
Ti ricordo il percorso in regalo per te se vuoi approfondire le emozioni che emergono con la disabilità di tuo figlio.
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Alleati con noi alla disabilità!
Sabrina
Sabrina Gelio / Massimo Scappi
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