Ti sei mai sentito in colpa per la disabilità di tuo figlio?
Io e Massimo decisamente si.
Per diversi anni, dopo aver ricevuto la diagnosi della disabilità di Gabriele, ci siamo sentiti tremendamente in colpa.
Se Gabriele aveva le sue difficoltà era perché noi avevamo sbagliato qualcosa. Non eravamo stati all’altezza della situazione.
Il senso di colpa, finchè rimane invisibile nell'inconscio, agisce molto subdolamente e ha profondamente influenzato le nostre scelte, le nostre azioni e la nostra vita.
In questo articolo, ti racconteremo le sfide che abbiamo affrontato e il nostro cammino verso la trasformazione, utilizzando potenti strumenti come la meditazione e il cambiamento di prospettiva.
Scopri, insieme a noi, come la colpa può essere trasformata in una forza positiva, portando cambiamenti significativi nella percezione della realtà e nella tua capacità di affrontare le sfide della vita, come la disabilità di un figlio.
Il nostro viaggio di consapevolezza delle emozioni che ci portava incontro la disabilità di Gabriele (puoi approfondire nel capitolo specifico del libro Pronto? sono la disabilità o nell’articolo dedicato) inizia con la prima domanda:
Cos'è la colpa e come influisce sulle nostre vite?
La colpa è stata una delle prime emozioni che ci si è presentata quando ci siamo trovati di fronte al problema della disabilità.
La colpa ci ha accompagnati nella fase iniziale, quando la confusione, il rifiuto e la solitudine sembravano dominare la nostra realtà.
La mente umana (puoi approfondire nel capitolo specifico del libro Pronto? sono la disabilità o nell’articolo dedicato), di fronte a eventi spaventosi e spesso incomprensibili, cerca istintivamente di trovare una risposta, una causa.
È come se attivasse un "signor perché" interiore (puoi approfondire sul libro Pronto? Sono la disabilità, leggi l’estratto qui), alla ricerca incessante della causa di ciò che sta accadendo. Io e Massimo abbiamo fatto lo stesso, cercando di capire perché la disabilità era entrata nella nostra vita
Per me e Massimo era chiaro, la colpa era tutta nostra.
Per confermare le nostre colpe siamo andati a cercare le teorie che potessero confermare quelli che noi percepivamo come gravi errori..
Di che cosa eravamo colpevoli?
Abbiamo iniziato a cercare spiegazioni all'interno delle informazioni che avevano raccolto nel corso della vita.
Io, per esempio, con il mio risponditore automatico sono andata a ricordare i primi tre mesi di gravidanza in cui avevo la nausea all’acqua e riuscivo a bere solo ginger. Quando ho scoperto la diagnosi, ho subito collegato la colpa al fatto di aver consumato il ginger, pensando che il colorante rosso contenuto fosse un neurotossico durante la formazione del feto.
Ma c'è una sottolineatura importante da fare qui. Queste teorie non erano basate su prove concrete, ma erano il risultato di una mente in cerca di spiegazioni e, in qualche modo, un tentativo di attribuirsi la colpa di ciò che stava accadendo.
Massimo, ad esempio, si sentiva in colpa per non avermi impedito di lavorare fino alla fine della gravidanza. Ma è questa davvero la colpa?
Secondo la mente si.
Ma non è così per il Signor Cuore che segue la via dell’amore.(puoi approfondire nel capitolo specifico del libro Pronto? sono la disabilità o nell’articolo dedicato)
Come ci è stato possibile trasformare la colpa in una forza positiva? in una spinta evolutiva per noi genitori?
Nel nostro percorso di trasformazione, abbiamo utilizzato la meditazione, in particolare un mantra (trovi tutti i mantra specifici per ogni emozione nel libro Pronto? Sono la disabilità, leggi l’estratto qui) che lavorava in particolare sulla colpa. Questo processo ci ha aiutati a cambiare radicalmente la nostra prospettiva sulla situazione, ma soprattutto sul modo in cui ci sentivamo responsabili della disabilità di Gabriele.
La meditazione continua e costante ci ha permesso di non rimanere intrappolati nella mentalità della vittima, in cui sembrava che l'evento ci fosse accaduto casualmente.
Abbiamo cominciato a riprenderci la responsabilità delle nostre scelte interiori. Questo è un passo fondamentale nella trasformazione della colpa. La responsabilità non è la stessa cosa della colpa; è la consapevolezza che possiamo influenzare la nostra realtà.
La colpa ci faceva rimanere in uno stato di impotenza in cui non avevamo la possibilità di cambiare le cose, o per lo meno lo stato d’animo con cui le affrontavamo.
La via dell’amore (puoi approfondire nel capitolo specifico del libro Pronto? sono la disabilità o nell’articolo dedicato)ci ha guidati dritti a riconquistare il potere della consapevolezza e della possibilità di diventare i maghi della nostra vita.
Cosa è significato per noi diventare i "Maghi" della nostra vita?
Grazie agli omi, one minute immersion, io e Massimo abbiamo imparato a vedere l'evento da una prospettiva diversa. Siamo passati dalla posizione di vittima, in cui ci sentivamo impotenti di fronte all'evento, alla posizione del Maghi, in cui abbiamo riacquistato la responsabilità.
Assumersi la responsabilità significa comprendere ciò che la via dell’amore insegna: ossia che ogni evento non è reale ed oggettivo ma è frutto di una nostra immagine interiore che proiettiamo nel mondo visibile in cui si manifesta.
Se dunque, ci riappropriamo della responsabilità di proiettare l'immagine, ci riassumiamo il potere di poterla cambiare, o per lo meno di scegliere come starci di fronte.
Non possiamo scegliere che cosa ci porta la vita, ma possiamo scegliere come affrontarlo, come trasformarlo.
Immagina di avere una bacchetta magica che ti permette di cambiare la tua percezione della realtà. Questa è la sensazione che abbiamo sperimentato.
La via del cuore ci ha fatto comprendere che la realtà che manifestiamo è in gran parte il risultato delle nostre immagini interiori, di cui eravamo stati inconsapevoli per troppo tempo.
L’emozione della colpa vissuta attraverso la mente ci faceva sprofondare in un tunnel di sofferenza, la presa di responsabilità vissuta con il cuore ci spronava a riprendere in mano le redini della disabilità di Gabriele e a trovare nuove soluzioni, nuove idee e soprattutto nuove abilità che ci permettevano di vivere l’evento non più come peso ma come grande opportunità per realizzarci pienamente nella vita (puoi approfondire nel capitolo specifico del libro Pronto? sono la disabilità o nell’articolo dedicato)
Per il cuore è molto chiaro che l’evento non ha una causa quindi una colpa, ma ha un fine: la nostra libertà, la nostra emancipazione.
L’evento della disabilità non avviene per caso nella vita di un genitore, ma ha un fine.
E’ intrinseco in sé stesso un messaggio molto speciale e noi genitori di bambini disabili siamo chiamati ad imparare ad ascoltare questo messaggio.
Solo che non possiamo farlo solo se ci attrezziamo di strumenti speciali utilizzando la cassetta degli attrezzi del Signor Cuore e della Signora Amore.
La trasformazione della colpa è avvenuta facendo questi due passaggi:
Questa prospettiva di cambiamento non solo ci ha ridotto la sensazione di colpa, ma ha anche aperto la strada a nuove possibilità e opportunità nella nostra vita.
Abbiamo compreso che il messaggio dell'anima è sempre un messaggio evolutivo, che ci spinge a scoprire abilità nascoste e a realizzare il nostro pieno potenziale.
In conclusione, ciò che oggi vogliamo condividere con te è che la colpa è un'emozione complessa che può diventare un motore di cambiamento quando ne comprendiamo la natura e impariamo a vedere la responsabilità come una forza positiva.
Il nostro percorso può aiutarti a vedere che il cambiamento è possibile attraverso la consapevolezza e l'uso di strumenti come la meditazione e il cambiamento di prospettiva. Diventare il "Mago" della propria vita è una prospettiva potente che ci permette di influenzare la nostra realtà in modi che non avremmo mai immaginato.
Allora, ti senti pronto per affrontare la colpa nella tua vita e trasformarla in una forza interiore?
Approfondisci con il mini-corso gratuito
Alleati con noi alla disabilità!
Sabrina
Sabrina Gelio / Massimo Scappi
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